Subversive bookfair in Brussels

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Invito

Un’insoddisfazione…

Il miraggio della pace sociale che per decenni ha regnato sui paesi europei è stato letteralmente fatto a pezzi in alcuni luoghi, mentre in altri è solo in procinto di sbriciolarsi. Nel corso degli anni, i rivoluzionari e gli antiautoritari si sono abituati a considerare le proprie lotte o come giusti tentativi di frantumare la tomba della pacificazione, o come contributi miranti ad approfondire le tensioni nascenti qua e là. Tuttavia, i cambiamenti in corso sembrano aprire più ampie possibilità. Mentre alcune rivolte, come quelle del novembre 2005 in Francia o del dicembre 2008 e di aprile-maggio 2010 in Grecia (senza comunque dimenticare né i conflitti più circoscritti ma importanti né le rivolte diffuse), hanno sicuramente illuminato la penombra, i sollevamenti dell’altra parte del Mediterraneo ci lanciano sfide che sono state alquanto tralasciate: la questione dell’insurrezione e quella delle prospettive rivoluzionarie — ovvero, la questione della vasta e profonda sovversione dei rapporti sociali. Di fronte a una situazione sociale incandescente, la sfida non può più essere solo quella di «gettare più benzina sul fuoco», ma piuttosto di contribuire ad orientare il fuoco verso la libertà.

Davanti a situazioni sociali mutevoli, che per di più frappongono nuovi e sconosciuti ostacoli, pensiamo che sia di particolare importanza «aprire le nostre menti», abbandonare i modelli e studiare le nostre possibilità per incoraggiare e contribuire a scatenare la tempesta sociale. Perché la mancanza di prospettive, su grande o piccola scala, rischia di relegarci abbastanza rapidamente su un binario morto dove ci attende solo la paralisi.

 

…verso un’occasione

A nostro avviso, se vogliamo sviluppare delle prospettive rivoluzionarie, abbiamo bisogno sia di esperienze concrete che di tempo e di spazio per discutere. Anche se una situazione non è mai esattamente uguale a un’altra, ci sembra che le basi da cui partono anarchici ed antiautoritari al di là delle frontiere nazionali siano sufficienti a rendere possibile la discussione al fine di tracciare qualche pista. Così, desideriamo che questo incontro internazionale sia una delle — speriamo — numerose occasioni per occuparsi di temi che non solo ci stanno a cuore, ma che sono stati troppo a lungo trascurati. Il relativo vuoto di una noiosa ripetizione senza uscita degli schemi attivisti o militanti, quello di una crescente incapacità di accendere la miccia nelle situazioni sociali che sembrano sempre più instabili o ancora quello di una ideologizzazione di alcuni metodi e angoli d’attacco, potrebbero magari essere superati ricollocandoci più a fondo sul terreno delle ipotesi rivoluzionarie.

Durante questo incontro, vogliamo creare uno spazio alle discussioni e agli incontri informali tra anarchici ed antiautoritari che tentino di superare questo vuoto nella loro pratica come nelle loro idee, nelle loro attività come nelle loro lotte, nei loro interventi come nelle loro ipotesi.

 

… e un invito al di là delle frontiere

Auspichiamo che, grazie a questa breve bozza, comprendiate l’interesse dell’intento internazionalista di questo incontro. Non solo perché un arricchimento reciproco oltre i confini può sempre valere la pena, ma anche perché la questione delle prospettive rivoluzionarie ci conduce ineluttabilmente verso un superamento delle particolarità locali. Vogliamo trarre il più possibile da questo incontro. In questo senso abbiamo pensato che dei contributi scritti in anticipo potrebbero essere d’aiuto. Invitiamo quindi tutti i compagni a partecipare al pre-dibattito coi loro scritti. Nei mesi che precedono l’incontro, questi contributi saranno tradotti e diffusi per mezzo di un blog e di una mailing-list.

 

Incontro internazionale attorno al libro sovversivo

Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2011 a Bruxelles